venerdì 4 aprile 2014

To Aru Kagaku no Railgun, la scienza che fa meh.

  • Wall of text numero otto, o miei venticinque lettori ci troviamo questa volta a parlare dello spin off della serie To Aru Majutsu no Index, To Aru Kagaku no Railgun.
  • L'anime si presenta come una serie sci-fi/soprannaturale con elementi slice of life abbastanza promettenti, infatti inizierò subito elencando i fattori positivi di questa serie che sono: l’ambientazione, veramente fantastica nella quale viene espresso in modo interessante il potere della scienza e della sua evoluzione continua mostrandola in ogni aspetto della vita quotidiana, epiche ost di qualità eccelsa che si adattano benissimo allo stile fantascientifico della serie, disegni altrettanto buoni e animazioni realizzate specialmente nelle scene di combattimento in modo magistrale, tuttavia non posso giudicarlo positivamente solo per il comparto tecnico infatti mi è impossibile dire che non presenti lati negativi, il primo tra i tanti è sicuramente la trama, strutturata male e assente in una buona parte degli episodi pieni solo di fan service e situazioni banali o ripetute, che assume un pizzico di serietà solo ed esclusivamente nel finale, altro fattore che non mi è piaciuto è stato la presenza all’interno della serie di scene “comiche” inizialmente simpatiche però utilizzate troppo frequentemente che mi hanno fatto tutto meno che ridere, infine ci sono i personaggi, completamente piatti che siano buoni o cattivi sono caratterizzati da una psicologia pressoché inesistente o che se presente totalmente inutile e poco approfondita portando l’anime in un baratro senza fine di avvenimenti visti e rivisti fino alla nausea.
  • Diciamo che Railgun era partito abbastanza bene secondo me, l’idea di fondo era più o meno originale ma che non è stata portata avanti rendendola molto scontata e per certi versi noiosa, personalmente sconsiglio la sua visione a chiunque, non trovo motivo per il quale questa serie meriti di essere vista se non forse per il fan service completamente a caso che riempie circa il 90% della durata di quasi tutti gli episodi.

domenica 23 marzo 2014

Bakemonogatari, l'ironia nella psicologia.

  • Settimo Wall of Text, riguardante la prima serie di Monogatari Series, ovvero Bakemonogatari.
  • Iniziamo col dire che si tratta di un anime che fonda le sue basi sui dialoghi e sulla psicologia, molto spesso il protagonista si troverà a riflettere tramite monologhi interiori sugli eventi che lo circondano o a interagire con gli altri personaggi in modo tutt’altro che normale, i giochi di luce alternati a sfondi colorati con scritte in sovraimpressione giocano un ruolo fondamentale nell’anime dando libero sfogo ai pensieri dell’autore, i disegni e il loro stile alquanto approssimativi rappresentano luoghi confusi, solitamente privi di profondità e con enormi contrasti di colori, tuttavia credo che il pezzo forte siano le varie posizioni dalle quali la telecamera osserva i vari avvenimenti, a volte riprenderanno solo i personaggi in questione, altre il paesaggio che li circonda, infine l'ultimo tocco di qualità è secondo me dato dalle scene d'azione che anche se presenti in quantità minima sono realizzate abbastanza bene.
  •  Un fattore decisamente importante all'interno della serie è sicuramente quello dell’ironia a cui viene sottoposto il modello harem dal quale da un po’ di tempo a questa parte molti anime hanno preso spunto e sebbene anche qui il protagonista sia circondato da ragazze il “fan service” viene utilizzato prevalentemente con lo scopo di far ridere e non con quello di attirare lo spettatore medio.
  • Altro punto di forza nell'anime sono i personaggi, stereotipati all’inverosimile, con lo scopo in un certo senso di deridere i canoni convenzionali di cui tutte le serie stanno ormai abusando, molto interessante è la loro psicologia, complessa e ben nascosta che difficilmente farà intuire i loro pensieri o il fine delle loro azioni, il che compenserà con la mancanza di hype e tensione alla fine di ogni episodio.
  • In conclusione Bakemonogatari è sicuramente un ottimo prodotto che presenta un’originalità senza eguali, ma che per apprezzarlo al meglio bisogna prestare attenzione e abituarsi allo stile particolare, a volte frenetico e a volte incredibilmente lento e calmo; per quanto mi riguarda, mi è impossibile tirare fuori un unico concetto che racchiuda tutti quelli presenti nella serie, dopotutto è un anime che tratta di storie divise più o meno collegate fra loro da un filo conduttore che porta avanti la trama, il tutto splendidamente contornato da ost che si adeguano perfettamente ai personaggi, al loro carattere e alle varie situazioni.          

martedì 18 marzo 2014

Lucky Star, verso la demenza e oltre!

  • Wall of Text numero sei, posiamo gli occhi questa volta su Lucky Star.
  • L’anime senza una trama definita ci presenta in modo molto semplice qualsiasi avvenimento all’interno della serie, senza troppe complicazioni o qualsivoglia evento incredibile, anche gli stessi disegni sono privi di dettagli accentuando secondo me il concetto “la bellezza può anche essere semplice a volte”. I personaggi sebbene molto stereotipati in effetti rappresentano al 100% i vari tipi di persone che popolano la nostra società dagli otaku, a quelli sbadati o quelli esageratamente studiosi, Lucky Star si basa solo ed esclusivamente sui fatti che accadono a ognuno di noi quotidianamente, a scuola, a casa, in giro per la città o addirittura al lavoro ovviamente cercando sempre di presentarli in chiave ironica in modo da non annoiare lo spettatore che sicuramente dopo ogni episodio si ritroverà con il cervello fuso a causa dei numerosi dialoghi “nosense” presenti nella serie che secondo me la caratterizzano rendendola molto particolare e interessante, trovo alquanto ovvio dire che il fulcro dell'anime sia la comicità delle situazioni in un certo senso realistiche che ci permettono così quando per un motivo, quando per un altro di immedesimarci nei personaggi.
  • In un anime slice of life/demenziale non potevano ovviamente mancare le citazioni  e i riferimenti ad altre opere, infatti questi saranno molto evidenti e soprattutto utilizzati in modo originale prendendo spesso e volentieri alla sprovvista, a volte conditi dalle esilaranti censure.
  • Personalmente per me questo anime rispecchia la vita di molti di noi, della quale riflette ogni aspetto, anche il più stupido e il suo concetto fondamentale lo vedo rappresentato dalla protagonista, Konata che pur essendo un personaggio che passa la maggior parte del proprio tempo chiusa in casa tra anime/manga e videogiochi comprende l’importanza dell’amicizia e dai legami che ne derivano, a molti potrebbe risultare un valore abbastanza scontato ma che senza farci caso sta via via scomparendo tra le persone di questo tipo.

sabato 15 marzo 2014

Death Note, un Dio buono o malvagio?

  • Immergiamoci così nel quinto Wall of Text, stavolta trattando uno degli anime più discusso nel panorama dell’animazione in italia,Death Note.
  • Partiamo dal fatto che le scuole di pensiero su questa serie sono principalmente due, chi crede che sia un capolavoro assoluto e chi invece crede che sia un flop. Personalmente io sto nel mezzo, per me è un prodotto di media/buona qualità di cui molti non recepiscono i messaggi vedendolo soltanto come un anime investigativo che riesce in un modo o nell'altro a tenere lo spettatore fisso sulla sedia a guardare lo schermo per un bel po’ di tempo.
  • Per questa volta tratterò prima la parte tecnica in modo da dare più spazio a quella interpretativa. Per quanto riguarda i disegni, non trovo motivo di lamentela, sono realizzati tutto sommato abbastanza bene, i dialoghi ovvero il punto forte dell'anime insieme ai giochi di logica resi davvero in maniera eccezionale così come le animazioni che in alcune situazioni riescono a trasmettere nello spettatore le stesse emozioni che provano i personaggi in quelle circostanze. Riguardo ai lati negativi, beh mi è impossibile dire che non ne presenti, infatti per quanto i due protagonisti della serie siano caratterizzati davvero bene il resto dei personaggi secondari non rappresentano altro che mero sfondo in un quadro con un ottimo primo piano, la loro psicologia è pressochè inesistente, non si conosco i loro pensieri quindi non ci è dato neanche un punto di vista degli eventi che accadono differente o comunque alternativo e in fondo non sono altro che pedine messe su una scacchiera che hanno solo lo scopo di prendere tempo durante il proseguirsi della serie.
  • La domanda che molti si pongono è, alla fine cosa troviamo in questo prodotto? In questa serie per me si instaura un confronto tra la figura inversa di Dio resa benissimo dai frequenti richiami alla religione cristiana rappresentata dal personaggio principale e da colui che vi si oppone che in questo caso è in un certo senso il “buono”, anche se in Death Note identificare il bene e il male è impossibile, questo concetto infatti si basa su come le persone vedano la malvagità e la bontà dell’uomo, e abbiamo tutti punti di vista differenti. Particolare che ho molto apprezzato è stato la trasposizione del mondo degli adulti in un contesto comunque adolescenziale dove i protagonisti pur essendo dei ragazzi riescono a dare il meglio dove i “grandi” per quanto più saggi e reduci di una vita decisamente più lunga  falliscono e questo è un concetto da non sottovalutare.
  • Altro messaggio che scaturisce da Death Note è che basarsi completamente su una sola capacità porta alla sconfitta, è inevitabile, che sia il potere di uccidere persone a piacimento, del controllo delle masse o il proprio intuito rimane pur sempre una solo capacità, prima o poi si è destinati a cadere, nulla è eterno.
  • Concludiamo dicendo che questo anime nella mia modesta opinione se visto nella sua interezza per quanto riguarda messaggi, idee e concetti può essere davvero fantastico ma se visto semplicemente appunto come quello che appare a prima vista ovvero una semplice serie investigativa ci perde parecchio e manca di quei significati importanti che secondo me hanno un grande valore anche nella società attuale. 

venerdì 14 marzo 2014

Black Rock Shooter, tante emozioni, poco tempo.

  • Ed eccoci qui ad affrontare il quarto Wall of Text, questa volta riguardante Black Rock Shooter.
  •  Vi siete mai chiesti, da dove nasce l’odio? Qual è il motivo per il quale esso prende vita all’interno dell’animo umano? Black Rock Shooter è un anime nato da un video musicale dall’omonimo titolo che fa da sfondo a questa domanda e alla sua risposta, l’odio non è altro che uno dei tanti sentimenti negativi presenti nel mondo, che secondo me scaturisce da altri quali l’invidia, la gelosia, la disperazione e via dicendo. La particolarità di questa serie è la concretizzazione in un’altra dimensione delle sensazione che il nostro cuore che prova ogni giorno,tutti i sentimenti sono rappresentati da un colore, dal blu del cielo simbolo di libertà, al rosso fuoco della rabbia o addirittura al verde acido dell’invidia. Questo anime oltretutto mette in risalto i problemi che si possono incontrare durante l’adolescenza espressi ovviamente in modo esagerato per rendere più facile il recepimento del messaggio che ci vuole trasmettere.
  • Altra caratteristica fondamentale  è sicuramente l’aspetto psicologico dei personaggi , i quali hanno tutti sofferto di un’infanzia triste e molto spesso hanno subito dei traumi che hanno cambiato la loro natura rendendola in un certo senso aggressiva, ma come ci si potrebbe aspettare non sono piatti, infatti in solo 8 episodi riescono a mutare completamente il loro modo di pensare e il loro modo di vedere il mondo che li circonda.
  • Per concludere Black Rock Shooter è una serie che per essere apprezzata va compresa e che per quanto le scene di combattimento siano realizzate bene fungono solo da metafore, mostrandoci i conflitti che avvengono tra i nostri sentimenti quotidianamente, è un anime che può a tutti insegnare qualcosa o meglio da cui tutti possiamo apprendere, ci insegna che l'odio è un sentimento naturale che prima o poi tutti provano nella vita e che per superarlo abbiamo bisogno di forti legami con le altre persone, ci insegna di non ferire i sentimenti degli altri facendoci capire l’importanza dell'amicizia nella vita poichè nei momenti difficili solo questa ci aiuterà a risollevarci.


giovedì 13 marzo 2014

Shingeki no Kyojin. Hype alle stelle.

  • Terzo “Wall of Text”, prendiamo stavolta in esame uno dei più seguiti lavori del 2013.

  • Il manga/anime Shingeki no Kyojin (parlerò dell’anime poiché non ho letto il manga). Questo anime sin dal primo episodio si mostra abbastanza crudo, forte e anche intenso, presentandoci l’umanità come un’unità debole in confronto ai Giganti che popolano il resto del mondo,  come tutti sappiamo la popolazione resta all’interno delle mura per difendersi dagli attacchi di questi “mostri”, ma cosa sono poi questi mostri in realtà? Metaforicamente parlando rappresentano i potenti della società, una società sull’orlo della distruzione, che in un certo senso rispecchia quella del mondo in cui viviamo,dove il debole è schiacciato dal più forte; però come succede a Shingeki quando gli umani sono messi alle corde diventano forti e uniti e combattono il problema così come nel mondo reale avvengono le rivoluzioni secondo me. Altra teoria un po’ forzata ma credo interessante è quella della rappresentazione di Dio con i giganti, una forza creata per contenere gli umani ( o l’evoluzione degli umani )  esattamente come per gli antispiral di Gurren Lagann e gli angeli di Evangelion. Se i giganti rappresentano i potenti della società allora le mura rappresentano la società stessa, che opprime, che incute timore, che tende a chiudere l’uomo in una campana di vetro fatta di pregiudizi e  Shingeki rappresenta al massimo l’essenza di questo concetto per me molto importante, basta pensare agli adulti che giudicano qualcosa prima di conoscerla e come ben sappiamo vengono soprattutto presi di mira videogiochi e anime/manga.
  • Dal punto di vista tecnico Shingeki è stato prodotto in modo magistrale, animazioni fantastiche, giochi di luce e colori resi altrettanto bene e soprattutto le memorabili ost/musiche dello stesso compositore di quelle di Guilty Crown e ovviamente di KILL LA KILL.
  • Per quanto riguarda i personaggi invece, penso si giunga qui al fattore negativo dell’anime, i personaggi molto stereotipati e secondo me abbastanza piatti, che presentano una mentalità molto chiusa (anche se probabilmente adatta alla vita che essi devono trascorrere all'interno delle mura) per non parlare del protagonista che per tutta la serie non fa che prenderle in continuazione dai numerosi nemici se non supportato dai senza dubbio migliori personaggi secondari.
  • Infine il pezzo forte ovvero la trama, abbastanza semplice e con un obbiettivo ben chiaro ma che riesce comunque a mantenere un hype costante durante tutta la durata dell’anime senza mai scemare troppo, la tensione resa sempre costante grazie ai numerosi  cliffhanger e alcuni colpi di scena davvero imprevedibili. In conclusione considero Shingeki un valido titolo che comunque rientra nella mia top 10 ma da cui mi aspettavo qualcosa di più per quanto riguarda lo spessore psicologico dei personaggi.

Neon Genesis Evangelion. Uno sguardo generale ad un Capolavoro.


  • Ed eccoci di fronte al mio secondo Wall of Text, questa volta parlerò di Neon Genesis Evangelion.
  • Anime molto criticato per il suo finale secondo alcuni inadatto alla serie ma che in realtà rappresenta che la sua vera essenza ( eviterò spoiler per coloro non hanno visto la serie), iniziamo dicendo che si tratta di un anime creato dall’incredibile Gainaxx produttrice di altri capolavori come, Gurren Lagann, Gunbuster, Panty and Stocking etc. Questo anime che inizialmente può sembrare un qualsiasi anime mecha con fantastici combattimenti e una trama ben strutturata, in fondo si rivela uno psicologico, uno dei migliori, che mette in luce i problemi di una società nella quale sempre più persone si chiudono in se stesse, rifiutano il contatto con gli altri e erigono delle barriere per impedire alle persone così come ai dispiaceri della vita ti entrare a far parte della loro, queste barriere in Evangelion sono rappresentate dagli A.T. field di cui ogni personaggio è provvisto e che fondamentalmente svolgono la stessa funzione, questo anime però ci insegna che ci sono eventi in grado di sfondare queste barriere e di raggiungere il nostro cuore, questi ultimi possono essere sia spiacevoli o piacevoli e noi dobbiamo accettarli così come arrivano e saper agire di conseguenza.
  • In fondo l’anime pieno di combattimenti, esplosioni, Mecha, angeli etc. fa solo da sfondo alla crescita psicologica dei personaggi, personaggi che presentano tutti un passato travagliato, doloroso e anche triste se vogliamo ma che grazie alla forza di volontà  sono riusciti ad andare oltre, ad andare avanti senza mai voltarsi indietro. 
  • Altro fattore molto particolare di Evangelion è la presenza di molti riferimenti religiosi, nelle esplosioni, negli ornamenti dei Mecha o degli edifici presenti nella serie e nei nemici che aggiungono quella punta di mistero che secondo me provoca nello spettatore la voglia di proseguire, di vedere come va a finire e di scoprire dove tutti quei simboli conducono per infine realizzare di trovarsi di fronte a un capolavoro (di quelli escono una volta ogni 5 anni per intenderci), tutto ciò rende questa serie nella mia modesta opinione una delle migliori che io abbia mai visto e che raccomando a chiunque di guardare indipendentemente dal genere che si preferisce o da cosa si cerca in un anime.